Brancatisano - Club dei NatiScalzi

Vai ai contenuti
 
 


Maria Stella Brancatisano


Maria Stella Brancatisano è nata a Samo, in provincia di Reggio Calabria.
Vive tra Samo e Locri. Presta infatti servizio presso la biblioteca comunale di Locri, con mansioni di aiuto bibliotecaria.
Ha sempre pensato in poesia ed amato tantissimo la poesia. Infatti annotava da sempre senza tanta cura, su fogli volanti, i suoi pensieri poetici, senza prendersi mai sul serio.
Dal 1994 ha invece iniziato sistematicamente a scrivere poesie, pensieri, racconti, haiku, aforismi, poesie in vernacolo calabrese, testi teatrali e testi per balletti.
Ama molto anche la musica, scrive infatti canzoni anche per bambini e in dialetto calabrese e testi religiosi.
Considera la poesia, l'espressione artistica più importante dell'uomo, affiancata dalla pittura, dalla danza, dalla musica e da tutte le altre forme artistiche che scaturiscono dal profondo sentire dell'uomo. La più elettiva rimane secondo lei la forma poetica, poiché consente di fare luce su se stessi e sul mondo che ci circonda. Così l'uomo, partendo dal microcosmo che è in sé, si apre al macrocosmo di cui fa parte e da questa relazione con il mondo e gli altri esseri che lo popolano scaturisce un rapporto che diversificandosi, può portare alla poesia. Poesia del vivere, poesia dell'amare, del soffrire, poesia religiosa. Cioè poesia che si interroga sulla parte più vera ed intima dell'uomo.
Ha conseguito numerosi e significativi riconoscimenti in vari concorsi letterari ai quali ha partecipato.
È altresì inserita in diverse antologie di prestigio



Ricordi d'infanzia



Ricordo i momenti della mia infanzia,
triste, è vero, ma più ricca di adesso
vivevo tra i fiori... le montagne... le lucciole
... l'uva... le noci, ogni cosa era importante:
la donna con i pesi sulla testa, gli uomini,
che tornavano, con passo stanco,
di sera, con l'asino... dai campi...!

C'era, è vero, tanta fame, ma il cuore
Era più ricco... pur in tanta povertà...!

Oggi mi sento più povera e più sola.
Io... bimbetta... con i piedi nudi, sentivo
la rudezza della terra e delle pietre sotto
I piedi...
mi ferivano... quelle pietre: ferivano
il mio cuore, ma anche la mia carne.

Ricordi... rimossi nel tempo... coperti
Da scarpe di pelle, regalate dal consumismo
Troppe oggi... poche ieri...!

Quanti ricordi... oggi sopiti...
Sotto la pelle di queste scarpe, che
Ammassate, hanno scacciato il ricordo di ieri...

Oggi, le mie tante scarpe hanno coperto
I miei ricordi: anche il ricordo dei miei piedi
Nudi
A contatto col freddo e con il caldo della terra...
Ed io, bimbetta fragile, passavo attraverso
Le stagioni, con i miei piedi nudi e gli occhi
Pieni di sogni e di tristezza...!

Chissà... come sarebbe stata la carezza
di mio padre... se l'avessi avuto, o il suo
sguardo...! conoscevo solo, lo sguardo dolce
di mia madre, ma avrei perso presto anche quello...!


Guardo, ancora, il mondo con gli occhi
Da bambina, aspetto il sogno e... mi chiedo, ancora...
Come sarebbe stata la carezza di mio padre...?!



Locri 1995

Torna ai contenuti