"Procurad'e moderare, Barones, sa tirannia, Chi si nono, po' vida mia, Torrades a pe's in terra!" (dall’inno nazionale sardo)
Modi di dire
Le lingue indoeuropee sono molto colorite di modi di dire, alcuni classificabili per categorie. In particolare colori, alimenti, natura e parti del corpo. Di questi ultimi ce ne sono molti che hanno protagonisti i piedi. Mi risulta che l’espressione "Alzarsi col piede sinistro" si dice in tutta Europa con lo stesso significato di essere di cattivo umore fin dal primo mattino, e che analogamente nessun europeo ammette di essersi "alzato col piede destro" se si sveglia contento. Molti modi di dire italiani fanno riferimento ai piedi in accezione negativa, ad esempio ragionare coi piedi, trattare come una pezza da piedi, lavori fatti coi piedi, farsi mettere i piedi in testa e si parla inoltre di leccapiedi, alludendo al fatto che i piedi occupano nel corpo umano la posizione più bassa in assoluto (sotto i piedi c’è il suolo). Un lavoro fatto coi piedi è caratterizzato da una qualità di livello minimo, i piedi sono molto lontano dal cervello, quindi i ragionamenti da loro prodotti sono di livello terra terra, la pezza da piedi viene strapazzata e coperta dello sporco del terreno accumulato nelle scarpe o sulle piante dei piedi, per poter leccare i piedi ci si deve abbassare ed anzi prostrare al livello del terreno, e lo stesso avviene se ci si fanno mettere i piedi in testa o sulla faccia. E’ però altrettanto vero che in altre espressioni si riconosce ai piedi la loro dignità di base di sostegno dell’intera persona: vi sono persone coi piedi per terra. Il gigante coi piedi d’argilla dimostra per contro di non farsene nulla della sua mole, avendo una base molto fragile. Anche la funzione di movimento è contemplata: quando si ha qualcosa o qualcuno tra i piedi, si ha un intralcio che impedisce di muoversi agevolmente. Volendo estremizzare questa condizione, si dice di avere una palla al piede quando qualcosa o qualcuno che impedisce totalmente la libertà di azione e decisione, e qualcosa o qualcuno viene giudicato una palla al piede quando impedisce di agire e muoversi liberamente. Era infatti per questo motivo che intorno alla caviglia dei prigionieri veniva applicata la pesante palla di ferro ispiratrice di questi modi di dire. Oltre ai barefooter circolano "a piede libero" i criminali latitanti, perché non hanno la palla di ferro di cui sopra incatenata alla caviglia in quanto non sono ancora stati catturati o sono riusciti a svincolarsi. Chi deve attenersi a certe regole restrittive per lo più di carattere morale sta con due piedi in una scarpa, e chi tenta di tenere il piede in tante scarpe, prima o poi deve operare una scelta. Al fatto che una volta i piedi nudi erano indice di povertà allude il modo di dire "starsene a piedi caldi". Chi non aveva problemi economici, poteva infatti permettersi le scarpe e non essere afflitto dal problema del freddo ai piedi. Anche certe intenzioni si esprimono usando i piedi. Quando si è intenzionati a non tollerare qualcosa si è sul piede di guerra, e quando si vuole svicolare si è sul piede di partenza, e se si vuole o non vuole a tutti i costi qualcosa si puntano i piedi. Ciò che si afferma prende piede. Scrivendo queste cose, mi sarò forse data la zappa sui piedi? _________________________________________________________Tiziana . .
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