A Bologna
da RAlf
domenica 19 luglio
Faccio un resoconto della passeggiata di sabato a Bologna. Cercherò di essere breve ma le cose da dire sono tante per cui mi auguro di non occupare troppo spazio.
L'appuntamento è per le 09.30 alla Stazione. Sono appena arrivato e sto guardando il tabellone quando mi sento chiamare. E' Alebo che arriva da Livorno e si è fatto tre ore di treno per essere lì a quell'ora; Alessandro è un omone grande e grosso con un tono pacato e garbato. Ci guardiamo i piedi: siamo tutti e due scalzi ed alla prima esperienza in città ma le sue piante, rispetto alle mie, dimostrano di avere percorso molti chilometri e di avere lavorato parecchio. Poche frasi per sciogliere il ghiaccio ed ecco che dalle scale arriva Paolo Fratter.
Lo riconosco prima ancora di scorgere i suoi piedi scalzi perchè ho visto la sua foto sul sito. Partiamo quasi subito perchè alle 12.30 arriverà Ares da Milano.
La giornata è soleggiata ma rispetto ai giorni precedenti non c'è la cappa di umidità perchè soffia un libeccio dispettoso a tratti anche fastidioso. La temperatura è perfetta e non si suda. Ottimo.
Alle dieci siamo pronti a porta Saragozza. Ci aspettano quasi quattro chilometri per arrivare a San Luca attraverso i portici. Spiego che si tratta di 666 archi (numero diabolico) e che nelle intenzioni dei progettisti dovevano rappresentare il serpente la cui testa veniva schiacciata appunto dalla Madonna di San Luca.
Alebo e Paolo sono due grandi viaggiatori e parlano delle loro mete, molte in comune; da parte mia ho un passo lungo e così a volte mi trovo staccato di qualche metro avanti a loro ma la mia mancanza di allenamento mi costringe a fermarmi più volte e così il gruppo si ricostituisce. Nel tratto in salita ci sono diverse persone che per allenamento fanno il percorso ed alcuni di loro li incrociamo più volte!
Arriviamo in cima fra le raffiche di vento e grande soddisfazione: non stiamo sudando, il fondo lastricato in pietra è piuttosto piacevole ed il panorama stupendo ma l'orario incalza e siamo costretti a scendere quasi subito se vogliamo incontrare Ares.
Alle 12.10 siamo di nuovo a Porta Saragozza e andiamo verso la stazione quando un sms ci avvisa che Ares è bloccato sul treno fra Piacenza e Parma per un guasto tecnico e che non potrà arrivare prima di mezz'ora. Di comune accordo decidiamo di aspettarlo prima di andare a mangiare.
Non c'è però molto tempo perché alle 17 Alebo ha il treno che lo porterà a casa per le 20 e quindi decidiamo per un veloce giro nei punti più caratteristici di Bologna: Piazza Maggiore, Vicolo Drapperie, le due torri, Piazza Santo Stefano ed il quartiere ebraico; Ares ha la macchina fotografica e ci scatta qualche foto alternandosi con i monumenti. L'assenza di umidità rende i colori particolarmente netti e brillanti. Arriviamo in stazione e siamo costretti a salutare Alebo: per lui è stata una giornata di corse. Con Paolo Fratter e Ares cerchiamo invece una gelateria all'ombra dove possiamo finalmente rilassarci un attimo e tranquillamente chiacchierare. Sembra passato un minuto ma anche per loro arriva il momento di salutarci. Mi guardo le piante dei piedi, non sono mai state così nere e le sento anche un poco indolenzite ma sembrano avere sopportato tutta la giornata senza problemi; a parte le cicatrici delle bolle "storiche" sotto ai talloni non vedo alcun altro argomento di stress. Penso alle persone con cui ho condiviso questa piacevole giornata, ma anche a chi non ha potuto partecipare: Andrea, che abbiamo ricordato spesso, pensando alle difficoltà di una escursione in quelle condizioni sulla montagna. Nancy e Flavio con il suo ginocchio che avrebbe avuto senz'altro dei problemi nel percorso di discesa. A Paolo G a cui mando il mio numero di cellulare e con il quale protremmo condividere diversi percorsi locali vista la vicinanza e per finire Christian che, visti i ritmi tenuti in questa giornata, avremmo potuto solamente intravvedere ed invece in questo modo ci ha dato la scusa per eventualmente andarlo a trovare.
Solo due note curiose per chiudere questo lungo resoconto: Alebo aveva una maglietta a ricordo di un viaggio a Mosca con delle scritte cirilliche e, riteniamo per questo, una signora moldava vedendoci camminare scalzi si è rivolta a noi dicendo che camminare in città così era troppo caldo e ci ha consigliato di farlo sull'erba. Invece, mentre eravamo al ristorante, un ragazzino che era in un tavolo con i genitori vicino al nostro e che ci ha visti scalzi, si è tolto anche lui le ciabattine ma sua madre lo ha costretto subito a rimettersele.
Da parte di coloro che ci hanno visto in stazione, passeggiare nei portici di San Luca, nelle strade del centro o nelle chiese dove velocemente ci siamo intrattenuti, non è arrivato alcun commento dandoci l'impressione di non averci notato o comunque di avere considerato la cosa originale ma non eclatante.