Gaëlle e David
Ho 26 anni, lavoro nel settore informatico e andrò presto in Alvernia a seguire un corso di formazione professionale di 15 mesi in informatica gestionale. Finora ho seguito studi di lingua inglese ed è, in realtà, da quando frequento l’università che cammino a piedi nudi praticamente sempre.
Perché cammino a piedi nudi? Ci sono tante ragioni. Anzitutto, per la salute, poi perché è un risparmio di tempo, e soprattutto per il senso profondo di libertà. Sembra che l’andare scalzi sia stato durante molti anni un’esclusiva delle donne. Si può capire: nessun uomo può immaginare quale tortura rappresentino le scarpe da donna. I tacchi alti vi danno un bel personale, certo, ma che dire delle conseguenze a lunga scadenza: "cipolle", calli e altri disagi vari. I piedi non sono fatti per essere rinchiusi nelle scarpe. è per questo che le donne, appena arriva il bel tempo, non aspettano che questo: togliersi le scarpe e far respirare i loro piedini.
Dal canto mio, è la mia ragazza che mi ha invitato ad andarmene scalzo per la strada, in facoltà e nei negozi (fra l’altro). Studio a Poitiers e sui prati adiacenti le aule, in questo momento, la maggior parte delle ragazze si riuniscono e parlano degli esami che si avvicinano restando tutto il pomeriggio scalze ad indorarsi la pillola prima di darci dentro. Alcune vengono addirittura ad assistere alle lezioni con i piedi adornati di cavigliere e alcune hanno dei tatuaggi sui dorsi dei piedi.
La mia ragazza ed io siamo abituati ad andare in vacanza presso Nizza e posso assicurarvi che da quelle parti di barefooters ce n’è un esercito: nelle strade, nei negozi, nei cinema, al mercato settimanale, in discoteca (si organizzano serate in cui chi si presenta a piedi nudi entra gratis). L’anno scorso per la prima volta abbiamo deliberatamente omesso di mettere in bagaglio la benché minima traccia di sandali, e abbiamo trascorso due mesi liberi, innamorati e scalzi. D’altronde è un circolo vizioso: quando dobbiamo rimetterci le scarpe, il piede è così abituato a starsene libero che siamo obbligati a comprarcene un paio di un numero più grandi. Ma in realtà andiamo sempre scalzi, salvo che nelle occasioni importanti: matrimoni, battesimi… Ma per quanto riguarda il nostro, di matrimonio, abbiamo pensato di celebrarlo in un ristorante sul mare, e abbiamo deciso di sposarci a piedi scalzi e di chiedere ai nostri invitati di presentarsi così. è la mia ragazza che ha avuto l’idea, perché ha saputo che alcune star americane l’hanno fatto (Julia Roberts, Demi Moore, Cindy Crawford che sono, d’altronde, delle ferventi sostenitrici del barefooting).
Sembra che l’andare scalzi in Francia sia ancora una scelta marginale e che i barefooters stessi siano considerati come degli emarginati. Si può capire. Nei nostri paesi detti "civilizzati", il camminare a piedi nudi è sinonimo di miseria. Le scarpe sono un segno evidente di ricchezza. Ho degli amici alla periferia di Parigi e un giorno sono andato da uno di essi senza scarpe; mi ha guardato come se venissi da un altro pianeta. Abbiamo discusso un bel po’ e gli ho spiegato perché lo facevo: non per provocare ma solo per averne piacere e sentirmi bene. Il barefooting è malvisto in città mentre nelle nostre campagne è un’abitudine quotidiana, d’estate come in inverno. Infatti è assai più pericoloso battere gli infuocati marciapiedi parigini d’agosto che arrampicarsi sui sentieri boschivi in dicembre. In agosto, nelle grandi città del sud, abbiamo delle ciabatte e quindi siamo protetti, ma ce le togliamo non appena entriamo nei negozi o quando sentiamo sotto i piedi la morbidezza di un praticello tagliato di fresco. La nostra vita a piedi scalzi è piacevolissima ed invitiamo tutti ad imitarci. Ognuno ne trarrà beneficio, provando una sensazione di benessere, libertà e risparmiando pure, perché, non l’ho ancora citato, ma è pure quello un prezioso argomento (è il caso di dirlo).
Quindi se vi tenta l’avventura dei piedi nudi, portatevi delle ciabatte per camminare e toglietevele non appena vi sedete da qualche parte e poi, progressivamente, dimenticatevene, e gironzolate senza, in questo modo diverrete, se non abituati, quanto meno sensibili al piacere di "sentire" il suolo sotto i piedi e sarete dei ferventi adepti del barefooting.
Abitiamo nel sud della Francia ed evidentemente in queste regioni assolate il barefooting è naturale e nessuno se ne adombra e comunque la gente se ne frega totalmente. Puoi avere un infarto in mezzo alla strada e nessuno se ne accorgerebbe, quindi dei piedi nudi sul marciapiede, chi vuoi che li veda a meno che non sia un feticista, cosa che non sono affatto?
Quanto all’andare scalzi in facoltà e quando eravamo piccoli, a scuola, la cosa non ha mai costituito un problema. La prima volta che sono andato scalzo in facoltà era un mattino di primavera in cui mi ero svegliato in ritardo. E, come sempre in questi casi, più si ha fretta più si perde tempo a cercare i vestiti. Per risparmiare tempo mi sono detto: "Tanto peggio! Ci vado scalzo!". Avrebbero potuto muovermi un appunto, ma nessuno ha detto nulla e poi in facoltà non c’è nessuno all’entrata che sorveglia la tenuta degli studenti. Inoltre, nelle aule con 300, 500 o 800 studenti, basta arrivare presto e sistemarsi "in piccionaia" per seguire indisturbati a piedi scalzi. Per i (TD?), al contrario, in cui siamo riuniti in piccoli gruppi, i prof sembrano meno permissivi. Ma alcune ragazze si sono già presentate a lezione scalze, con le scarpe in mano, e nessuno ha avuto da obbiettare. Inoltre i prof di facoltà hanno già avuto permanenze all’estero e nella maggioranza dei paesi anglosassoni gli studenti vanno a lezione a piedi nudi ed è cosa comune ed accettata. […] Abbiamo amici in Oceania e abbiano vissuto senza scarpe per lunghe settimane e ce la siamo spassata. La mia ragazza si è anche occupata di bambini di 7-8 anni e questi ultimi vivono scalzi tutto il giorno a scuola, al nido, a mensa, al fast-food, al cinema e nei grandi magazzini dal momento che in questa parte del mondo le temperature sono comprese tra 15 (ed è un valore estremo) e 35 gradi (è un valore comune) […].
Allora ci auguriamo che grazie a questo sito i barefooters francesi si manifesteranno e seguiranno l’esempio degli anglosassoni.
[…] Spero che molti barefooters vi contattino e che si possa creare presto un’associazione, organizzare incontri, fare escursioni e tenersi in contatto. Questo tipo di associazioni esiste già in Italia (IL CLUB DEI NATISCALZI, e il loro sito web molto interessante) dove numerosi eventi sono organizzati in particolare per rivendicare il diritto di essere scalzi nei luoghi pubblici. Pare che certe persone si facciano regolarmente buttar fuori da negozi, ristoranti o da certi cinema col semplice pretesto che vanno scalzi. Ci sarebbe da credere che una simile pratica sia illegale. Che str…ata! Per quanto ci riguarda, noi non abbiamo mi avuto noie e nessuno ci ha mai sbattuto fuori da un posto in cui eravamo entrati scalzi. E meno male! Come dice uno dei vostri testimoni, la libertà comincia dal modo di vestirsi. Mi è comunque piaciuto vedere certe sfilate di moda in cui tutte le modelle erano scalze (Isabelle Marant, Chloé, fra le altre). Siamo già stati in visita da certi amici in Nuova Zelanda, degli studenti, e vi dico che andavano regolarmente a lezione scalzi. I bambini, d’altronde, vanno così a scuola e nessuno se la prende per questo. è piacevolissimo fare jogging, andare in bicicletta, prendere l’autobus o la metro e andare a lezione a piedi nudi.
Scalzi siamo nati, e scalzi scompariremo.