In Germania
di Marco
Col permesso della moglie, sono partito venerdì 12 maggio con 2 amici (scarpati) lasciando subito i sandali nel baule della macchina per riprenderli al momento di scendere di macchina sotto casa.
La meta del viaggio: Monaco di Baviera e l’obiettivo la visita di alcuni musei tecnici, dell’aviazione e dell’auto che sicuramente per mia moglie avrebbero suscitato un interesse pari a zero.
Questa volta ce l’ho fatta a fare 4 giorni completamente scalzo in tutto e per tutto, indipendentemente da temperature, piogge e quant’altro.
Unica eccezione la colazione del mattino in albergo di Lustheim, quasi annesso al castello, a meno di 10 km dal centro di Monaco, dove ho indossato le infradito di gomma pagate 1 euro. Qui avevamo trovato una splendida sistemazione con colazione al buffet libero, per appena 28 euro a testa per notte, e poiché l’albergo aveva di per sè un aspetto assai lussuoso ho preferito indossare le infradito solo per recarmi nella sala della colazione, lasciandole poi sotto il tavolo quando mi alzavo per servirmi delle varie cose buone disseminate su un tavolo lungo quasi 8 metri e largo 2...
Così ho camminato scalzo dappertutto: autogrill italiani, servizi igienici (però molto ben tenuti), musei, negozi, ristoranti, parcheggi sotterranei, chiese, supermarket e perfino un mercatino delle pulci di soli libri e riviste usate, senza alcun problema mio o degli altri e senza ricevere occhiate commiserevoli o riprovevoli. Semmai sorrisi e molta cortesia (la commessa di un negozio, vedendomi in difficoltà con diversi oggetti acquistati in equilibrio precario in mano, ha pensato di soccorrermi portandomi un piccolo cesto metallico del tipo in uso presso molti supermarket (ora spesso in plastica)...
Con pioggia e sole i miei 46 larghi hanno affrontato marciapiedi d’asfalto abbastanza rugoso, piastrelle lisce e confortevoli, linoleum, moquettes e parquets, pavimentazioni stradali in cubetti di porfido e perfino scale mobili e gradinate fatte in rete metallica (abbastanza peraltro), con climi che andavano dai 10 ai
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23°C e con l’eccezione della pavimentazione della bella chiesa barocca di Ottobeuren, che era più fredda del freddo che si può sentire sulle piastrelle adiacenti ai banchi degli joghurt dei supermarket: dal colore delle dita dei piedi potrei pensare attorno ai 5°C.
E’ andato tutto benissimo. Nessun dolore di nessun tipo un po’di apprensione su marciapiedi ricchi di ghiaietto fine e poco piacevole), nessun mozzicone acceso pestato, nessun vetro o scheggia del medesimo e nemmeno le piante dei piedi troppo nere.
Cosa si può pretendere di più?
Le visite ai musei sono state allietate da molti bambini che guardavano un po’ stupiti le mie estremità inferiori. In qualche caso si sentivano degli Oh come nella famosa canzone e in qualche altro dei richiami ai genitori (specialmente “Papa” che in tedesco si dice come da noi ma senza ’accento sulla a, cioé come Ratzinger...).
Altri scalzi ne ho visti solo in Svizzera (tre per la precisione: due ragazze e un giovanotto), e molte flip-flop.
E’ veramente una sensazione bella e liberatoria poter camminare senza scarpe in un museo senza che a nessuno venga in mente di dire alcunché ...
Anche se nessun altro ti imita: certo il tempo un po’ piovoso non invitava molto a camminare senza scarpe ben chiuse, ma in fondo siamo a maggio, ero destinato a passare la giornata in un luogo ben coperto e mai freddo ... quindi ... peggio per gli altri che hanno avuto a che fare coi piedi imprigionati in scarpe mai abbastanza comode ...
Una curiosità al Deutsches Museum (Museo tedesco della scienza e della tecnica): in uno dei nuovi reparti, dedicato alla Farmacia e scienze farmaceutiche in generale, c’era un punto in cui al pavimento avevano creato un gioco di vetri (no specchi), tale da creare una illusione di un pozzo profondissimo, nel quale era possibile fotografarsi in contemporanea il di sopra e il di sotto dei propri piedi... Potevate pensare che non ci avrei provato?